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PSICOLOGIA

Dopo una breve introduzione che metta in rapporto l’evoluzione personale a quella umana, si confrontino i concetti fondamentali delle teorie dell’apprendimento, in particolare il costruttivismo di Piaget, l’approccio Storico culturale di VigotSki, eventualmente con un cenno di Brunner.
Piaget analizza lo sviluppo cognitivo evidenziando l’importanza della struttura della mente:  esse rivestono un ruolo fondamentale per l’acquisizione di informazioni nel processo di conoscenza della realtà.  Piaget considera lo sviluppo mentale come una continua costruzione in cui agiscono alcune funzioni costanti e delle strutture variabili, ovvero strutture che si modificano per conseguire progressivamente   l’equilibrio. Piaget dice che ogni azione risponde a un bisogno.  Egli assume due meccanismi fondamentali alla base dello sviluppo: l’assimilazione e e l’accomandamento. Attraverso l’assimilazione, il soggetto incorpora i nuovi dati nella struttura già esistente: un bambino  ha incorporato nello schema “mammifero” il gatto, il cane, la mucca e animali con determinate caratteristiche.  Attraverso l’accomandamento le strutture preesistenti sono  riadattate alle nuove informazioni, in base ai nuovi elementi.
Gli stadi dello sviluppo da Piaget individuati:
Nel primo mese i comportamenti che sono basati sui riflessi (suzione, le prensione con la mano, la rotazione del capo)
Tra uno e quattro mesi compare la reazione circolare primaria (il bambino porta la mano e la succhia, si volta nella posizione da cui proviene un suono)
 Dai quattro agli otto mesi compaiono le reazioni circolari secondarie (il bambino scuote un sonaglio che produce un suono e poi lo riscuote per riprodurre il suono)
Dagli otto agli 12 mesi l’interazione con l’ambiente diventa più elaborata. (Il bambino sa coordinare l’azione con i fini: può andare dall’altra parte della stanza e prendere l’oggetto che vuole)
 Le 12 a 18 mesi compaiono le reazioni circolari terziarie: il bambino modifica  l’azione studia gli effetti di tale modificazione (il bambino inizia scuotere oggetti, percuotterli e pesarli…)
Dai 18 ai 24 mesi il bambino inizia a ripetere il comportamento capriccioso di un altro bambino. Dai due ai sette anni il bambino costruisce rappresentazioni mentali delle cose, per cui può pensare a  dai 18 ai 24 mesi il bambino inizia a ripetere il comportamento capriccioso di un altro bambino.
Dai 2 ai 7 anni il bambino costruisce rappresentazioni mentali delle cose, per cui può pensare a esse  anche in  loro assenza, e diventa in grado di coordinare diversi schemi mentali e di svolgere attività più complesse.
 A 4 /5  anni, il bambino può elaborare raffinati giochi di finzione come la scuola materna, il negozio e il dottore.
 Il bambino inizia anche a disegnare, i primi segni tracciati sul foglio sono scarabocchi: il bambino è in grado Di coordinare i diversi movimenti di progetti joul di coordinare diversi movimenti di precisione :  tenere la matita, avvicinarla Al foglio,  muovere il braccio per lasciare il segno sulla carta. Dai sette ai 12 anni il bambino utilizza nuovi schemi logici: sviluppa la capacità di classificare e ordinare gli oggetti in serie, è in grado di riconoscere la conversazione della quantità , Della sostanza, del numero.
In questa fase inizia a classificare ad esempio: mamma, papà e sorelle fanno parte della famiglia, mele, pere, fanno parte dei cibi.
 Poi ce lo stadio che caratterizza l’adolescenza. Dopo gli 11 anni il ragazzo è in grado di svolgere operazioni cognitive  senza basarsi su rapporti materiali,  può comprendere concetti come possibilità, probabilità…
 I ragazzi di questa età sono in grado di riflettere su leggi scientifiche.  Vigotskij   Cerco di contribuire ai mutamenti sociali in atto, occupandosi in particolare di tematiche relative all’istruzione, all’educazione, alle differenze nello sviluppo cognitivo e l’influenza dell’ambiente delle relazioni, della cultura cui un soggetto è sottoposto.
 Vi Got Ski analizza  lo sviluppo dei concetti nei bambini, individuando delle fasi ben precise:
Nella prima fase il bambino comincerà a fare una sintesi delle proprietà e delle caratteristiche più esteriori e vistose non presenti nei vari oggetti
 Nella seconda fase si svilupperà la generalizzazione , cioè è la capacità di creare nessi concetti fra le cose e non solo di coglierne le somiglianze: è la fase in cui il bambino, di fronte a determinate caratteristiche, riconoscerà una casa come tale anche  se ha elementi diversi rispetto a quella in cui egli vive.
Nella terza fase il bambino sarà in grado di compiere il processo di attrazione vero e proprio,  Sarà quindi in grado di pensare al concetto di casa in astratto, anche in assenza di esemplari concreti e riuscirà inoltre a creare collegamenti fra concetti a livello astratto.

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