Max Weber riflette sugli sconvolgimenti umani prodotti dalla Rivoluzione
industriale. Egli,infatti, vede una
società conflittuale e coglie nella società alcune contraddizioni.Egli
analizza in profondità la società moderna, tanto che il suo influsso sulla
sociologia ancora oggi è molto rilevante.Max focalizzò come i nuovi processi produttivi
instaurati dalla Rivoluzione industriale abbiano dei risvolti sociali
non solo permettendo di produrre tanto in poco tempo ma anche per il rapporto
che gli operai instaurano con se stessi e con il mondo circostante.Max inoltre
ritiene che i rapporti economici costituiscano la struttura della società. La
società verrebbe determinata dai modi di produzione e dai rapporti di
produzione. Le ideologie, le istituzioni giuridiche e politiche secondo Max non sono altro che
sovrastruttura ( insieme di manifestazioni che riflettono quanto avviene nella
struttura economica). Emile Durkheim studia le grandi trasformazioni che
interessano la società europea e in particolare quella francese, in cui egli
vive. Egli vuole comprendere le forze che tengono coesa la società. Nella
società le persone si sentivano unite da un legame di somiglianza e contiguità.
Durkheim chiama questo tipo di legame solidarietà meccanica, in riferimento che
tiene unite tra loro le molecole di un corpo solido, imponendogli di muoversi
all’unisono. Nella società industriale il vincolo sociale che tiene unita la
società, ha caratteristiche diverse dalla preindustriale ‘’solidarietà
meccanica’’ . Si tratta di una forma di coesione basata sulla differenziazione
degli individui, e quindi sul loro essere complementari gli uni agli altri.
Durkheim la chiama solidarietà organica per analogia col legame che unisce i
differenti organi di un corpo vivente. Gli uomini non stanno più insieme perché si ‘’somigliano’’ ma perché trovano gli uno negli altri ciò che loro manca, e
che quindi li completa. Ciò
significa che la coesione sociale si basa sulla divisione del lavoro. Nel senso
che la differenziazione tra professione e tra le attività lavorative di ciascuno
diviene lo strumento attraverso il quale vengono affrontati i problemi
dell’esistenza delle persone. Il lavoro di istruire è affidato a degli
specialisti dell’educazione, quello di curare i malati ai dottori e cosi via...
Il questo modo il sistema funziona.,alimentato dai contributi delle sue singole
componenti. E quindi la divisione del lavoro ha un valore sociale. Durkheim
sostiene che quando la solidarietà viene meno si crea l’anomia, che è un fattore
di disgregazione della collettività. Durkheim ha studiato il fenomeno del
manifesto del suicidio e individua tre ragioni per cui un soggetto può
togliersi la vita:
-Un
suicidio di tipo altruistico ( la persona che pensa prima al bene degli altri)
-Il
suicidio egoistico (soggetto staccato dalla società)
-Il
suicidio anomico (gli elementi perdono interesse nella vita collettiva)
Durkheim
sostiene che i suicidi devono essere visti come eventi accaduti in
una stessa società oppure
in una precisa unità
di tempo.
La
società che vede Durkheim è una società che sovrasta, nel senso che non può
essere spiegata sulla sola base delle scelte e delle azioni dei singoli
individui.
La
società è esterna agli individui e coercitiva nei loro confronti:
-La
società forma l’individuo fin dalla nascita, comunicandogli una serie di
comportamenti tipici e di valore tradizionale che egli non sarebbe in grado di
inventare autonomamente. I nostri comportamenti normali e le nostre convinzioni
più profonde sono in grande parte l’effetto dell’educazione che abbiamo ricevuto e
dell’ambiente sociale in cui siamo cresciuti.
-Le
istituzioni sociali hanno una durata e una continuità che superano di gran
lunga la vita di coloro che ne fanno parte.
Queste
considerazioni portano Durkheim a concludere che la società, non è il risultato
di una semplice somma di individui che la compongono, delle loro aspirazione e
dei loro comportamenti, ma è una realtà specifica con caratteristiche e leggi
proprie. Sebbene un movimento politico sia composto di singoli individui,esso
non potrà essere spiegato facendo riferimento alla volontà e al comportamento
dei suoi membri. Durkheim chiama tutto questo’’fatti sociali’’.
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