LE ISTITUZIONI NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE
Fintanto che le istituzioni nascenti sono costruite e mantenute solo nell'interazione di A e B, la loro oggettività resta fragile, facilmente mutevole, quasi scherzosa, anche quando raggiungono il livello dell'oggettività per il semplice fatto della loro formazione. Per porre la questione altrimenti: lo sfondo abitudinario dell'attività di A e B resta abbastanza accessibile a un intervento deliberato da parte loro. Sebbene la routine, una volta consolidata, trascini con sé una tendenza a persistere, la possibilità di modificarla o anche di abolirla resta a portata di mano nella coscienza. A e B soli sono responsabili della costruzione di di questo mondo e restano capaci di cambiarlo o di abolirlo. Ciò che più conta è che, dal momento che essi stessi hanno costruito questa realtà nel corso di una biografia comune di cui sono in grado di serbare memoria, il mondo così formato appare loro pienamente trasparente: essi lo capiscono. Tutto questo cambia nel processo di trasmissione alla nuova generazione. L'oggettività del mondo istituzionale diventa più opaca e più rigida, non solo per i bambini ma anche per i loro genitori. L' ''ecco che ricominciamo''diventa adesso '' così vengono fatte queste cose''.
LE NASCITA DI UN MONDO SOCIALE
Solo a questo punto diventa possibile parlare di un mondo sociale, nel senso di una realtà completa e data che si trova di fronte all'individuo in modo analogo alla realtà del mondo naturale. Solo in questo modo, come un mondo oggettivo, le formazioni sociali possono essere trasmesse a una nuova generazione. Nelle prime fasi della socializzazione il bambino è del tutto incapace di distinguere tra l'oggettività delle formazioni sociali. Prendiamo l'aspetto più importante della socializzazione, il linguaggio: esso appare al bambino come inerente alla natura di cose, ed egli non può afferrare l'idea della sua convenzionalità. Una cosa è la parola con cui la si definisce, e non potrebbe essere chiamata in alcun altro modo. Tutte le istruzioni appaiono nello stesso modo,come date,inalterabili e autoevidenti ...
LA NATURA COERCITIVA DELLE ISTITUZIONI
Un mondo istituzionale, dunque,appare all'esperienza come una realtà oggettiva. Esso ha una storia che procede la nascita dell'individuo e non è accessibile alla sua memoria biografica. C'era prima che egli fosse nato, e ci sarà dopo la sua morte. Poiché la storia, come la tradizione delle istituzioni esistenti, ha carattere di oggettività, la biografia dell'individuo è percepita come un episodio collocato all'interno della storia oggettiva della società. Le istituzioni, come entità storiche ed oggettive, si pongono di fronte all'individuo come fatti innegabili. Le istituzioni esistono, esterne a lui, durante nella loro realtà, che gli piaccia o no. La sua volontà è importante a eliminarle; esse resistono ai suoi tentativi di cambiarle o di sfuggir loro. Hanno su di lui un potere coercitivo.
Fintanto che le istituzioni nascenti sono costruite e mantenute solo nell'interazione di A e B, la loro oggettività resta fragile, facilmente mutevole, quasi scherzosa, anche quando raggiungono il livello dell'oggettività per il semplice fatto della loro formazione. Per porre la questione altrimenti: lo sfondo abitudinario dell'attività di A e B resta abbastanza accessibile a un intervento deliberato da parte loro. Sebbene la routine, una volta consolidata, trascini con sé una tendenza a persistere, la possibilità di modificarla o anche di abolirla resta a portata di mano nella coscienza. A e B soli sono responsabili della costruzione di di questo mondo e restano capaci di cambiarlo o di abolirlo. Ciò che più conta è che, dal momento che essi stessi hanno costruito questa realtà nel corso di una biografia comune di cui sono in grado di serbare memoria, il mondo così formato appare loro pienamente trasparente: essi lo capiscono. Tutto questo cambia nel processo di trasmissione alla nuova generazione. L'oggettività del mondo istituzionale diventa più opaca e più rigida, non solo per i bambini ma anche per i loro genitori. L' ''ecco che ricominciamo''diventa adesso '' così vengono fatte queste cose''.
LE NASCITA DI UN MONDO SOCIALE
Solo a questo punto diventa possibile parlare di un mondo sociale, nel senso di una realtà completa e data che si trova di fronte all'individuo in modo analogo alla realtà del mondo naturale. Solo in questo modo, come un mondo oggettivo, le formazioni sociali possono essere trasmesse a una nuova generazione. Nelle prime fasi della socializzazione il bambino è del tutto incapace di distinguere tra l'oggettività delle formazioni sociali. Prendiamo l'aspetto più importante della socializzazione, il linguaggio: esso appare al bambino come inerente alla natura di cose, ed egli non può afferrare l'idea della sua convenzionalità. Una cosa è la parola con cui la si definisce, e non potrebbe essere chiamata in alcun altro modo. Tutte le istruzioni appaiono nello stesso modo,come date,inalterabili e autoevidenti ...
LA NATURA COERCITIVA DELLE ISTITUZIONI
Un mondo istituzionale, dunque,appare all'esperienza come una realtà oggettiva. Esso ha una storia che procede la nascita dell'individuo e non è accessibile alla sua memoria biografica. C'era prima che egli fosse nato, e ci sarà dopo la sua morte. Poiché la storia, come la tradizione delle istituzioni esistenti, ha carattere di oggettività, la biografia dell'individuo è percepita come un episodio collocato all'interno della storia oggettiva della società. Le istituzioni, come entità storiche ed oggettive, si pongono di fronte all'individuo come fatti innegabili. Le istituzioni esistono, esterne a lui, durante nella loro realtà, che gli piaccia o no. La sua volontà è importante a eliminarle; esse resistono ai suoi tentativi di cambiarle o di sfuggir loro. Hanno su di lui un potere coercitivo.
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